The Union vi porta alla scoperta degli appuntamenti della notte più importante dell’anno, quella del 3 novembre
Finalmente dopo mesi di campagna elettorale travagliatissima è arrivato l’Election Day, milioni di americani si recheranno alle urne per decidere chi siederà alla Casa Bianca per i prossimi quattro anni. Più di 96 milioni di persone hanno già votato per posta o in person, pari al 70% dell’affluenza totale del 2016.
In questa guida vi forniamo tutte le informazioni per seguire lo spoglio dei risultati in diretta.
All’1 di notte si chiuderanno le urne nei primi sei Stati: Vermont, Virginia, Georgia, South Carolina, Indiana e Kentucky. Sono in gioco 60 Grandi Elettori, Biden è nettamente favorito in Vermont e in Virginia, mentre Trump non avrà grandi problemi a portarsi a casa Indiana, Kentucky e South Carolina. Il vero il punto interrogativo è la Georgia, Stato tradizionalmente repubblicano, dove in questo momento è avanti l’ex vicepresidente.
Mezz’ora dopo, sarà la volta di Ohio, North Carolina e West Virginia. Joe Biden dovrebbe ottenere quasi sicuramente (67,4% di possibilità di vittoria secondo FiveThirthyEight) i 15 delegati del North Carolina, mentre il presidente Trump è favorito nella conquista dei 18 Grandi Elettori dell’Ohio e dei 5 della West Virginia.
Alle 2 chiudono i seggi in 17 Stati che assegnano in totale 172 delegati. Tra questi ci sono due degli swing states più importanti di queste elezioni: Florida (29 delegati) e Pennsylvania (20 delegati). Secondo FiveThirthyEight, Joe Biden è favorito in entrambi gli Stati, ma se il presidente Donald Trump dovesse prevalere in Florida il risultato sarebbe ancora in bilico e il nome del nuovo/vecchio inquilino della Casa Bianca potrebbe arrivare dopo qualche giorno.
Dopo mezz’ora arriverà il risultato dell’Arkansas, 6 Grandi Elettori che andranno al 99% al Partito Repubblicano.
Alle 3 si chiuderanno le urne in 14 Stati (156 delegati da assegnare), tra cui New York, Michigan, Wisconsin, Minnesota, Arizona e Texas. Joe Biden appare saldamente in testa negli Stati della Rust Belt e questo lo favorirebbe nella sua corsa alla Casa Bianca. Nel 2016 Michigan e Wisconsin, da tempo democratici, passarono per soli 33 mila voti totali a Donald Trump. Occhi puntati anche sull’esito del voto in Arizona (11 Grandi Elettori) e Texas (38 Grandi Elettori): l’Arizona quasi certamente andrà ai democratici, cosa che non accade dalle elezioni del 1992 quando il candidato era Bill Clinton, mentre il Texas, dove i repubblicani appaiono ancora favoriti, potrebbe riservare delle interessanti sorprese. Qualora questo Stato del Sud dovesse andare a Biden, il match sarebbe ormai indirizzato quasi definitivamente verso il partito dell’asinello.
Un’ora dopo, alle 4, sarà il turno di Nevada, Iowa, Montana e Utah che assegnano 21 delegati. Per l’ex vicepresidente la vittoria sembra certa in Nevada, mentre per Trump non ci sarebbero grossi problemi in Montana e Utah. Più incerto l’esito in Iowa: secondo FiveThirthyEight al 55% i 6 Grandi Elettori dovrebbero andare al Partito Repubblicano.
Alle 5 chiudono i seggi in California, Oregon, Washington e Idaho. In questi quattro Stati gli equilibri sono definiti: California (55 delegati), Washington (12 delegati) e Oregon (7 delegati) andranno certamente a Joe Biden e al Partito Democratico, mentre i 4 delegati dell’Idaho sono già sicuri per il presidente Donald Trump.
Arriveranno per ultimi i risultati di Hawaii (alle 6) e Alaska (alle 7), ma entrambi gli Stati hanno poco da dare. I 4 delegati delle Hawaii sono destinati ai democratici, mentre i 3 dell’Alaska sono dati per certi ai repubblicani.
A un giorno dalle elezioni FiveThirthyEight ritiene che Joe Biden abbia il 90% di possibilità di vittoria, Donald Trump il 10%. Assegna poi 350 Grandi Elettori al Partito Democratico e 188 al Partito Repubblicano. In termini di voto popolare Biden ottiene il 53,4% delle preferenze, mentre Trump il 45,4%. Nel 2016 la distanza tra Hillary Clinton e Donald Trump era inferiore: sempre FiveThirtyEight dava all’ex Segretario di Stato il 71,4% di possibilità di vittoria e 302 delegati, mentre a The Donald il 28,6% e 235 delegati.
La strada sembra essere ormai spianata per Joe Biden, ma l’esperienza di quattro anni fa insegna che tutto è possibile e che non bisogna mai dare per spacciato il presidente Trump.