Nonostante le grandi novità nella politica degli Stati Uniti, non bisogna dimenticarsi che nel Paese una donna muore ogni cinque ore
Nell’anno del centenario del diritto al voto delle donne in America, Kamala Harris è diventata la prima vicepresidente donna degli Stati Uniti. La sua elezione è l’inizio di un cambiamento nella discriminazione di genere, molto presente nel Paese, che non si deve limitare alle più alte cariche dello Stato. Di origine indiane tamil da parte di madre e giamaicane da parte di padre, Harris rappresenta il volto degli Stati Uniti del futuro: un Paese più inclusivo, dove la popolazione bianca sarà solamente la più grande delle minoranze.
Se, però, da una parte una vicepresidente donna ci appare come un’importante conquista, dall’altra ci mostra come quella che si presenta come la migliore democrazia del mondo sia in realtà molto, molto indietro sulla parità di genere e sui diritti delle donne. Per quanto riguarda la politica, attualmente nella 116a legislatura ci sono 101 donne alla Camera (di cui 88 Dem e 13 Gop) e 26 al Senato. Tra le 127 totali, 47 appartengono a una minoranza etnica: 22 sono afroamericane, 13 latine, 8 asiatiche, 2 native, 1 mediorientale e 1 multiracial. Questo trend positivo è stato confermato anche dalle elezioni del 2020: 318 donne, di cui 117 afroamericane, si sono candidate al Congresso (nel midterm del 2018 furono 257) e almeno 131 sono state elette, il numero più alto di sempre. È interessante notare, come scrive Riccardo Pennisi, che sono donne quasi tutti i candidati repubblicani che strappano un seggio ai democratici. Lo stesso vale per il Partito democratico visto che tre donne sono riuscite a conquistare altrettanti seggi agli sfidanti del Gop.
Ma la dimensione di genere negli Stati Uniti non è così positiva come farebbero pensare i numeri in ascesa al Congresso. Se il movimento Me Too ha aperto un’importantissima finestra sulla violenza sulle donne, negli Stati Uniti si parla ancora molto poco dei numerosissimi casi di femminicidi. Nella puntata Women Power di The Union Federica Gentile, docente di gender studies a Missouri State University, ha affermato che sui media statunitensi quando si parla di femminicidi lo si fa riferendosi a Paesi stranieri meno sviluppati. Il femminicidio viene inquadrato come se fosse un qualcosa che accade in altri Stati talmente arretrati sui diritti delle donne da permettere che vengano uccise dai loro partner.
I dati, però, smentiscono la narrazione data dalla stampa americana. Come riporta Statista nel 2018, ultimi dati disponibili, sono state uccise 1946 donne (1948 nel 2017) e all’appello mancano i numeri di Florida e Alabama. Gli Stati dove muoiono più donne sono il Texas (238), la California (192) e la Pennsylvania (93). In America ogni giorno vengono uccise più di 5 donne, ossia una ogni 5 ore circa e ogni 11 secondi una donna viene picchiata da qualcuno.
I dati di FBI e dell’Ufficio contro la violenza sulle donne rivelano che in 15 Stati oltre il 40% dei femminicidi avviene in ambito domestico, che in 36 Stati oltre la metà è compiuta da una persona intima con l’utilizzo di un’arma da fuoco e che in 20 Stati risultano quasi 12 mila persone condannate per stalking che possiedono un permesso per detenere un’arma da fuoco ai sensi del diritto federale. Tutto questo fa sì che gli Stati Uniti siano classificati come il decimo Paese al mondo più pericoloso per una donna secondo uno studio della Thomson Reuters Foundation, l’unica nazione occidentale presente nella top ten.
«Anche se sono la prima a ricoprire questa carica, non sarò l’ultima. Ogni bambina, ragazza che stasera ci guarda vede che questo è un paese pieno di possibilità. Il nostro Paese vi manda un messaggio: sognate con grande ambizione, guidate con cognizione, guardatevi in un modo in cui gli altri potrebbero non vedervi. Noi saremo lì con voi», ha detto Kamala Harris il giorno in cui è arrivata la conferma della vittoria dei democratici nelle elezioni presidenziali del 2020. Dall’alto della sua carica, la vicepresidente Harris si dovrebbe far carico del sogno e delle speranze di tutte quelle donne che non possono sognare così in grande perché vittime di abusi e violenze continue.
Per approfondire ancora questo tema potete ascoltare la nostra puntata «Women Power».